Ecco il titolo della mostra allestita ad Asti,a Palazzo Mazzetti, che io e le mie compagne di Blogtour abbiamo visitato.
La mostra è tutt’altro che banale: all’interno troverete opere “minori”, non provenienti cioè da case d’arte, ma da collezionisti che hanno voluto condividere il loro patrimonio con altri appassionati.
La nostra visita si apre con l’esposizione delle Favole de La Fontaine.
Lì ognuno di noi torna bambino, ammirando opere come la volpe e l’uva o …
Opere in bianco e nero, ma che affascinano, calando lo spettatore all’interno della fiaba, se già la conosce, o lo lascia fantasticare, leggendone il titolo.
L’esposizione prosegue con le rappresentazioni bibliche, dove lo Chagall a tutti conosciuto, perde la sua connotazione, tralasciando, forse per la sacralità delle sue opere, il carro volante e gli sposi.
Nella penultima sala visitata troviamo la traduzione a immagini dei testi di Jean Girardoux e altri scrittori, del volume “I sette peccati capitali”.
Questa forse la mia parte preferita, dove, nella prima opera, l’autore si auto-rappresenta con 7 teste, come a sottolineare che in lui vi convivono tutti: accidia, avarizia, ira, invidia, superbia, lussuria, gola.
Di ogni opera due rappresentazioni, una più classica e l’altra più innovativa, pensata dal pittore.
In tutta la mostra si ritrovano dipinti rappresentativi della vita di Chagall, dai suoi primi dipinti negli anni ’20, fino alla vita negli Stati Uniti, passando dalla fuga dal suo paese durante la seconda guerra mondiale.
Una mostra coinvolgente, nella quale ho lasciato una parte di cuore.
Asti è bellissima e la sua cucina è quella tipica del luogo, terra di confine tra Langhe e Monferrato.
Il Bonet è conosciutissimo e preparato in ogni ristorante o trattoria della zona, ma quello astigiano è tutto particolare e quello che vi propongo è tratto dal libro di Goria.
Citando il libro: Questa è la vecchia formula del budino dell’albergo Salera d’Asti. Naturalmente ve ne sono infinite variazioni, si può dire una per famiglia, in giro per il Piemonte.
Citando il libro: Questa è la vecchia formula del budino dell’albergo Salera d’Asti. Naturalmente ve ne sono infinite variazioni, si può dire una per famiglia, in giro per il Piemonte.
Ingredienti:
1 L di latte di mucca
100 gr di biscotti savoiardi
120 gr di amaretti secchi
50 gr di cacao
200 gr di zucchero + extra per il caramello
1 tazzina colma di caffè più un cucchiaio di caffè solubile
2 cucchiai di rum
2 cucchiai di marsala
5 uova
1 L di latte di mucca
100 gr di biscotti savoiardi
120 gr di amaretti secchi
50 gr di cacao
200 gr di zucchero + extra per il caramello
1 tazzina colma di caffè più un cucchiaio di caffè solubile
2 cucchiai di rum
2 cucchiai di marsala
5 uova
Esecuzione:
Far bollire il latte e lasciar raffreddare un po’.
Sbriciolare al suo interno gli amaretti e i savoiardi.
Aggiungete caffè e i liquori.
A parte montare le uova con lo zucchero e il cacao fino a che non abbiamo un consistenza soffice.
A questo punto aggiungere il latte poco per volta e mischiare bene.
Caramellare uno stampo grande da budino o due più piccoli con lo zucchero e versarvi il composto.
Cuocere in forno a bagnomaria per 30/40 minuti (io l’ho tenuto un’ora in realtà).
Far raffreddare e mettere in frigo per almeno due ore.
Ribaltare su un piatto da portata.
Sbriciolare al suo interno gli amaretti e i savoiardi.
Aggiungete caffè e i liquori.
A parte montare le uova con lo zucchero e il cacao fino a che non abbiamo un consistenza soffice.
A questo punto aggiungere il latte poco per volta e mischiare bene.
Caramellare uno stampo grande da budino o due più piccoli con lo zucchero e versarvi il composto.
Cuocere in forno a bagnomaria per 30/40 minuti (io l’ho tenuto un’ora in realtà).
Far raffreddare e mettere in frigo per almeno due ore.
Ribaltare su un piatto da portata.
Proseguite con le altre puntate del nostro tour sul blog delle mie compagne di avventura:
Sabrina Fattorini – Architettando in cucina
· Marta Calugi – La cucina spontanea
· Annarita Rossi – Il bosco di alici
· Anna Calabrese – La cucina di Anisja
Gaia Innocenti – Profumo di mamma
· Vittoria Traversa – La cucina piccolina