La sardegna è per me luogo di ricordi estivi di qualche anno fa.
Sempre attaccata alla mia Corsica, per molti anni io e la mia famiglia abbiamo abbracciato la “monotonia” degli stessi luoghi, delle stesse spiagge, piccoli angoli e scorci che mi resteranno nel cuore.
Poi qualche anno fa abbiamo deciso di cambiare, di esplorare quell’isola che pareva così simile e così vicina, vista dalle Bocche di Bonifacio.
Una piccola casetta per trascorrere le rigorosissime vacanze al mare… Se no manco vacanza si può definire!
E anche la Sardegna ha occupato un posto nel mio cuore, nei miei ricordi.
E anche se la Corsica per me resta al primo posto, c’è una cosa a cui la Sardegna devo il primato: la cucina.
Un cucina di montagna, la cucina dei pastori.
Una tradizione basata sull’allevamento di pecore, sulla produzione di latte e formaggi, anche se in alcuni luoghi una piccola cultura ittica la fa da padrona.
Ne è un esempio Carloforte: piccolo paese sull’isola di San Pietro che venne colonizzato dai genovesi.
In questa isola resta infatti ancora intatto il dialetto ligure a cui vengono associati parecchi eventi.
Carloforte viene conosciuto da tutti per il suo tonno, come tanti luoghi in cui questo animale era solito transitare durante il periodo di deposito delle uova.
Così quando dal Calendario del cibo italiano ho letto che oggi sarebbe stata la Giornata nazionale dei Malloreddus mi sono proposta per la preparazione dei Malloreddus alla Carlofortina: tipico sugo del luogo che unisce la tradizione dell’isola con le origini genovesi.
Sempre attaccata alla mia Corsica, per molti anni io e la mia famiglia abbiamo abbracciato la “monotonia” degli stessi luoghi, delle stesse spiagge, piccoli angoli e scorci che mi resteranno nel cuore.
Poi qualche anno fa abbiamo deciso di cambiare, di esplorare quell’isola che pareva così simile e così vicina, vista dalle Bocche di Bonifacio.
Una piccola casetta per trascorrere le rigorosissime vacanze al mare… Se no manco vacanza si può definire!
E anche la Sardegna ha occupato un posto nel mio cuore, nei miei ricordi.
E anche se la Corsica per me resta al primo posto, c’è una cosa a cui la Sardegna devo il primato: la cucina.
Un cucina di montagna, la cucina dei pastori.
Una tradizione basata sull’allevamento di pecore, sulla produzione di latte e formaggi, anche se in alcuni luoghi una piccola cultura ittica la fa da padrona.
Ne è un esempio Carloforte: piccolo paese sull’isola di San Pietro che venne colonizzato dai genovesi.
In questa isola resta infatti ancora intatto il dialetto ligure a cui vengono associati parecchi eventi.
Carloforte viene conosciuto da tutti per il suo tonno, come tanti luoghi in cui questo animale era solito transitare durante il periodo di deposito delle uova.
Così quando dal Calendario del cibo italiano ho letto che oggi sarebbe stata la Giornata nazionale dei Malloreddus mi sono proposta per la preparazione dei Malloreddus alla Carlofortina: tipico sugo del luogo che unisce la tradizione dell’isola con le origini genovesi.
Ingredienti:
300 g di tonno freschissimo
300 g di malloreddus (gnocchetti sardi)
8 pomodorini maturi
2 cucchiai di pesto alla genovesequalche fogliolina di basilico
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
300 g di malloreddus (gnocchetti sardi)
8 pomodorini maturi
2 cucchiai di pesto alla genovesequalche fogliolina di basilico
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
un bicchiere di vino bianco
1 spicchio di aglio
1 spicchio di aglio
mezza cipolla
sale
sale
Esecuzione:
Tritare aglio e cipolla finemente.
Soffriggere questo trito in abbondante olio extravergine di oliva, dopo di che aggiungervi il tonno e saltarlo per qualche minuto.
Sfumare con il vino bianco e, una volta che questo è evaporato aggiungere i pomodorini tagliati a cubetti. Cuocere per qualche minuto, fino a che i pomodori non iniziano a disfarsi.
Regolare di sale e tenere da parte.
In una pentola capiente bollire i malloreddus, meglio se freschi, e, una volta cotti, saltarli nella padella con il sugo.
Spegnere il fuoco, impiattare e aggiungere il pesto.
Con questa ricetta partecipo alla Giornata nazionale dei Malloreddus per il Calendario del Cibo Italiano
L'aspetto è proprio goloso!
Carloforte, per noi Genovesi, è qualcosa di più di un'isola. Troppi rimandi, troppa nostalgia. ci credi se ti dico che non sono ancora pronta ad andarci? Perchè ho paura che non riuscirei a venirmene più via… Ma i malloreddus alla carlofotina, quelli me li concedo, con molto piacere 🙂 Bellissima interpretazione, complimenti!